Ombre di riflessioni: una giornata di sveglia contro la violenza sulle donne

Quella che vi vogliamo proporre è la storia di un ragazzo qualunque, al quale non daremo neanche un nome, che un giorno, sopraffatto dai pensieri, si ritrova a pensare alla figura della donna nella società: a com’è trattata, alle ingiustizie che subisce ogni giorno solo per il fatto di essere donna. Questa è la storia di un uomo, ma può essere la storia di tutti noi.

Cultura della violenza sulle donne

“Che pu****a!”

“Bella figa”

“Ma come ti vesti?”

Sei ingrassata?”

“Quando ti sposi?”

“Ma i figli?”

“Se lavori full time come fai a badare alla famiglia?”

“Stai zitta!”

“Non bere troppo”

“Non fidarti di nessuno”

“Non percorrere strade buie”

“Se sei provocante, poi non lamentarti se ti mettono le mani addosso”.

Una moltitudine di persone, uomini e donne, gli si rivolgevano spiegandogli cosa fare, criticando le sue scelte, dicendogli che qualunque cosa gli fosse successa sarebbe stata colpa sua. Marco provava a scappare, ma le voci suonavano più alte, finché un suono, che mai gli era sembrato così bello, lo salvò: La sveglia, finalmente! Respirava a fatica e aveva le lacrime agli occhi, era arrabbiato e turbato.

Prevenire la violenza sulle donne

Le risate del collega lo lasciarono di ghiaccio, lo stava chiamando femminuccia e senza palle, perché era rimasto impressionato dai suoi stati d’animo di quella notte. Certo, a parti invertite, lui non avrebbe reagito molto diversamente, appena 24 ore prima: Mentre scorreva distrattamente i social media, un post aveva catturato la sua attenzione: una donna coraggiosa che condivideva la sua testimonianza, una storia di violenza vissuta in prima persona; violenza verbale e psicologica, ma anche economica, e infine fisica.

Questa testimonianza è stata come uno specchio che ha riflesso le ombre della sua stessa ignoranza. Il suo mondo è stato scosso, è evidente. E contro la sua volontà. Le voci che vengono dalla notte continuano ad inseguirlo.

Deve capire meglio, ha bisogno di leggere, documentarsi. Donne, genere, violenza, patriarcato, femminicidio. trascorre una serata diversa e difficile. Difficile come uomo e come essere umano.

Educazione alla parità di genere

Le storie che emergono sono sconcertanti: Donne che hanno affrontato un inferno quotidiano, non a causa di scelte sbagliate, ma a causa di un sistema che perpetua il maschilismo e il patriarcato. Legge testimonianze toccanti, complesse, che svelano una realtà di cui non era pienamente consapevole.

Non si era mai visto da fuori, cullarsi nei suoi privilegi, non aveva mai pensato che qualcuna potesse avere paura di lui in quanto maschio. Né avrebbe creduto di darle ragione. Il suo primo istinto è stato quello di negare, perché “Io no, non sono così… “. Si sentiva offeso, arrabbiato.

Testimonianze di donne vittime di violenza

Poi gli tornò alla mente quella volta che aveva fischiato ad alcune ragazze, e le risate con gli amici… quelle battute con i compagni del calcetto..! Quando voleva piangere al cinema, invece, si guardava intorno per non farsi scorgere, o si mordeva la lingua anzichè rimproverare gli amici per il linguaggio: che figura ci avrebbe fatto?

Chi sono le vittime, e chi il carnefice, anche di se stesso? Un nome si fa largo nella sua mente: patriarcato! Inizia a comprendere l’oppressione sulle donne, ma la avverte chiara anche su di se, oltre l’illusione dei privilegi.

24 ore, una giornata di riflessione sono state sufficienti? Sicuramente NO, quante cose ha capito? Quante gli rimangono celate? Lo accompagna però una nuova consapevolezza: la ricerca, il desiderio di comprendere e scardinare gli stereotipi e i comportamenti che favoriscono oggi come ieri, violenza e sopraffazione, e la disponibilità al cambiamento, non sono che l’inizio.

Il cammino è lungo e ostico, lastricato di risate degli altri maschi, privilegiati e poco disposti a cambiare, e del sospetto delle donne, così abituate alla violenza maschile, da non fidarsi più. Per Marco, un giorno e una notte hanno rappresentato la nascita di una nuova consapevolezza, e la certezza che la strada sarà lunga, ma che non può essere una scusa per non iniziare a camminare.

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